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Una saetta improvvisa esplosa nella stagione estiva, ma che non si vuole fermare. Giacomo Carini, 16 anni compiuti a inizio luglio, ha pensato che il modo migliore di continuare i festeggiamenti fosse quello di vincere (e convincere) nella sua categoria, quella “Ragazzi”. Il delfinista e mistista piacentino, allenato alla Canottieri Vittorino da Feltre da Gianni Ponzanibbio e tesserato per la DDS, è stato una delle più grandi sorprese della stagione estiva, periodo fitto d’impegni per i nuotatori della sua categoria.
Dapprima con un oro e un argento (in staffetta 4x100 mista, nuotando in batteria) all’esordio con la nazionale azzurrina, agli EYOF. Il suo oro è arrivato nella sua specialità, i 200 farfalla, con tanto di primato italiano Ragazzi (2’01’’41). Grande soddisfazione replicata ai Campionati di categoria pochi giorni dopo: abbattuta la barriera dell’2’01, fermando il crono a 2’00’94. Titolo cui ha aggiunto quello sui 400 misti e l’alloro nella 4x100 mista con i compagni della DDS (Zangrandi, Perani e Vergani) anche questo con il record societario italiano “Ragazzi”.
Le premesse per il biondo ragazzo emiliano sono ottime, forse l’Italnuoto potrebbe aver trovato un capofila nei prossimi anni per una distanza così massacrante e difficile come quella dei 200 farfalla. La crescita di Giacomo Carini è appena all’inizio e come sempre accade dovrà essere confermata nel tempo. Per adesso, però, è giusto iniziare a conoscere questo ragazzo interessante. Perché domani potremmo sentirne parlare. Perché no, in un contesto (come lui stesso sogna) a cinque cerchi.
Giacomo, presentati come nuotatore: è giusto definirti polivalente e amante delle distanze "faticose", soprattutto a delfino? Che rapporto hai con la fatica, viste le tue specialità in vasca?
«Ho cominciato a nuotare a circa sette anni e già da subito i miei allenatori hanno notato le mie capacità nel delfino. Mi sono specializzato in questo stile partendo dalle distanze più brevi, fino ad arrivare a quelle più lunghe. Il delfino mi piace molto, la sua bracciata, il suo ritmo. Poi, grazie alle capacità fisiche che ho sviluppato, mi sono avvicinato alle cosiddette "distanze lunghe". Ma se devo essere sincero, la fatica è l'ultimo pensiero che ho mentre gareggio».
Il mese di luglio è stato fantastico per te. Come sei arrivato a questi miglioramenti e su cosa avete lavorato col tuo allenatore Gianni Ponzanibbio per perfezionare così tanto i 200? In un anno hai letteralmente cancellato con gradualità il tuo personale.
«Principalmente con Gianni abbiamo lavorato sui passi gara e sui lavori in massimo consumo di ossigeno, alternati ad una buona base aerobica. I risultati sono stati molto positivi quest'estate, quindi credo che questo sia il programma ottimale di allenamento. Per quanto riguarda il cronometro, se non mi ricordo male credo di aver abbassato il mio limite di 8 secondi».
Raccontaci l'esperienza degli EYOF in Olanda Che emozioni hai provato alla tua prima esperienza in azzurro?
«È stata un’esperienza molto positiva ed emozionante, devo dire grazie alla squadra, che mi ha confortato, grazie agli allenatori che mi hanno corretto e grazie soprattutto al c.t. azzurro Walter Bolognani per la grandiosa occasione che mi ha dato. Emozioni? Sicuramente tante nel salire sul gradino più alto del podio».
Dopo l'oro in Olanda, ai Campionati italiani Ragazzi hai sfruttato il tuo momento d'oro andando sotto il 2'01'' realizzando un gran record di categoria. Che differenza hai trovato tra i due contesti per gareggiare ad alti livelli?
«Differenze non ne ho trovate molte, perché comunque sapevo di trovare avversari preparati e pronti ad affrontarmi, forse mi sono sentito un po' più sicuro, dato che nuotavo in acque cosiddette "note"».
Hai notato una diversa considerazione nei tuoi confronti dopo gli EYOF? Pressione, attese e occhi di riguardo?
«Per essere sincero avevo un rapporto molto bello con tutti, devo confessare che però ho avuto dei segnali ulteriori da parte dei miei amici».
Hai seguito i Mondiali di Barcellona? Che ne pensi de Chad le Clos e cosa vorresti "imparare" dal suo modo di gareggiare? Hai anche altri idoli che ti hanno dato la spinta decisiva a nuotare?
«Sicuramente vorrei la sua voglia di vincere e la sua testa. Invece provo profonda stima per Matteo Rivolta, la sua tecnica e la sua voglia di "mettere la mano davanti" sono cose che ammiro molto e che voglio imparare».
Quali sono i tuoi punti di forza e cosa ti piacerebbe migliorare?
«Non credo di rispondere giustamente a questa domanda, ma da quello che mi dicono, soprattutto la mia leggerezza e il mio galleggiamento hanno influito sui miei buoni risultati».
Ora è tempo di vacanze… Ti pesa il fatto di sacrificare molto tempo per la piscina al posto di "divertirti", come fanno molti tuoi coetanei soprattutto in estate?
«No, devo dire che non ho mai sentito molto questa cosa. Il nuoto è una cosa che amo, e che quindi non è un sacrificio per me avere l'estate occupata dal nuoto».
Dove ti vedi tra qualche anno?
«Per ora mi vedo a divertirmi sempre, a nuotare senza dimenticare che non siamo ancora nuotatori professionisti, che quindi il nostro unico obbligo è divertirsi facendo lo sport che ci appassiona. Anche se in futuro il sogno nel cassetto sarebbe partecipare ad un’Olimpiade».