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Budapest, Martedì 25 Luglio 2017 – 17i Campionati del Mondo FINA/11a Giornata – Nuoto/3a Giornata – SF&Finali

MONDIALI NUOTO/3/SF&F – Bronzo per Simona Quadarella nei 1.500 stile libero

Giornata storica con quattro record del mondo: Adam Peaty nei 50 rana (2), Kylie Masse nei 100 dorso e Lilly King nei 100 rana. Nelle semifinali 4° tempo per Federica Pellegrini nei 200m stile libero, 8° per Fabio Scozzoli nei 50m rana.

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XVII FINA World Championships Aquatics Budapest

Quattro record mondiali e la vittoria di Katie Ledecky (USA) nei 1.500m stile libero, hanno reso storica la terza giornata dei 17 ° Campionati del Mondo FINA di nuoto nell'atmosfera elettrica della Duna Arena di Budapest. Senza vincere una medaglia, uno degli eroi della giornata è stato Adam Peaty (GBR), veramente fenomenale nel 50m rana maschili.

Dopo aver trionfato nei 100 metri, il campione britannico ha migliorato due volte il record del mondo sulla distanza più breve: la prima in semifinale, con 26.10, la seconda nella finale con 25.95, unico al mondo a completare la distanza in meno di 26 secondi.

Nei 1500m stile libero femminili Katie Ledecky ha continuato a mostrare la sua supremazia, guadagnandosi il suo 12° oro nei Mondiali FINA, il miglior raccolto "dorato" per un nuotatrice nella storia dei Campionati. Kylie Masse (CAN) è stata la buona sorpresa del giorno, con un nuovo record mondiale (58.10) nei 100m dorso femminili, mentre Lilly King (USA) si è incoronata regina dei 100m rana femminili, anche lei con un nuovo record mondiale (1:04.13). Stasera la Cina ha lasciato la Duna Arena con due medaglie d'oro, entrambe maschili: la prima con Yang Sun nei 200m stile libero, la seconda con Jiayu  Xu nei 100m dorso.

 

Finali

Nei 200m stile libero il cinese Sun Yang, tornato in piena forma, l’avevamo detto, non poteva lasciarsi sfuggire il suo secondo oro qui a Budapest, dopo quello vinto nella prima giornata nei 400m stile libero. Campione olimpico a Rio anche su questa distanza Sun, come suo solito, ha nuotato guardingo la prima metà gara per poi scatenarsi con una progressione irresistibile nella seconda metà gara, e andare a vincere in 1:44.39, miglior prestazione mondiale degli ultimi due anni, primato personale, nazionale e asiatico. Alle piazze d’onore l’americano Townley Haasz, in 1:45.04, e il russo Aleksandr Krasnyky, 22 anni, bronzo con 1:45.23. Quinto il campione uscente, il britannico James Guy, in 1:45.36, dietro anche al connazionale Duncan Scott. Malinconicamente ultimo il coreano Tae-hwan Park in 1:47.11.

 

I 1500m stile libero femminili permettono a Katie Ledecky di vincere la sua dodicesima medaglia d’oro mondiale, un record, in 15:31.82, un crono vicino al proprio record del mondo di 15:25.48, realizzato a Kazan il 4 agosto 2015. E’ anche la (sua) quarta prestazione mondiale all-time.

L’americana è siderale e infligge alle più vicine avversarie un distacco umiliante, di quasi 30 metri. A noi poco importa perché Simona Quadarella, in corsia 6,  lotta con coraggio, chiude in 15:53.86, migliorandosi di oltre 10 secondi, e sale meritatamente sul podio per la medaglia di bronzo, il secondo per l’Italia del nuoto dopo quello di Gabriele Detti nei 400m stile libero; è anche la 50esima medaglia mondiale dell’Italia nel nuoto. Oltre alla Ledecky davanti a lei c’è solo la blasonata iberica Mireia Belmonte, che si aggiudica la medaglia d’argento in 15:50.89.

 

100m dorso femminili. L’avevamo predetto, Kylie Masse, 21enne canadese, vince la medaglia d’oro – il primo oro femminile per il Canada ai Mondiali - in 58.10 (28.51, 29.59): è nuovo record del mondo e migliora di 2 centesimi  quello realizzato con costume gommato dalla britannica Gemma Spofforth ai Mondiali di Roma 2009, con 58.12. Con 58.58 si prende l’argento   l’americana Kathleen Baker, che fu argento anche alle Olimpiadi di Rio: lo soffia per un centesimo all’australiana Emily Seebohm, campionessa uscente, che deve accontentarsi del bronzo col tempo di 58.59. Sotto i 59 secondi anche la quarta e la quinta classificata, rispettivamente l’altra americana Olivia Smoliga (58.77) e la russa Anastasia Fesikova (58.83)

 

100m dorso maschili. Il cinese Jiayu Xu conferma in questa finale tutto il buono che aveva messo in mostra nelle due fasi precedenti: vince la medaglia d’oro in 52.44, un crono non trascendentale; ma tanto basta per relegare gli americani Matt Grevers e Ryan Murphy sui gradini più bassi del podio. Grevers, 32 anni, con 52.48 aggiunge la medaglia d’argento a quella d’oro da lui vinta in questa gara nel 2013 a Barcellona e a quella di bronzo di Kazan. Un tris perfetto. Soltanto  bronzo, col tempo di 52.59, il campione olimpico Murphy.

 

100m rana femminili. Yuliya Efimova si addormenta in partenza e viene a mancare l’atteso duello con l’americana Lilly King. La russa insegue, recupera terreno ma riesce soltanto a guadagnare la medaglia di bronzo, in 1:05.05. Ieri aveva nuotato il tempo più veloce delle semifinali, 1:04.36, a un centesimo dal record mondo di Ruta Meilutyte. La King, campionessa olimpica a Rio, vince e convince poiché tocca in 1:04.13, un crono che migliora di 22 centesimi il precedente primato della lituana, che questa sera deve accontentarsi del quarto posto, in 1:05.65. La medaglia d’argento va all’altra americana Katie Meili: con 1:05.03 la soffia alla Efimova per 2 centesimi. Un uno-due inaspettato per gli Stati Uniti. Questo della King è il quinto record mondiale stabilito a Kazan, dopo quelli della Sjostrom nei 100m stile libero, i 2 di Peaty nei 50 m rana e della Masse nei 100m dorso.

 

Semifinali

50m rana maschili. L’avevamo previsto. Adam Peaty non ci ha messo molto. A poche ore dal 26.12 di questa mattina ha migliorato nuovamente il record del mondo, scendendo sotto la barriera dei 26 secondi con 25.95; altri 17 centesimi tolti al precedente record, ben 47 centesimi meno del suo record di Kazan. Un razzo in partenza, un turbo in acqua, un miglioramento senza precedenti nella storia del nuoto. Ledecky siderale dicevamo, Peaty pure, se non di più.

I più veloci dopo Peaty sono il brasiliano Felipe Lima che vince la prima semifinale in 26.68, il sudafricano Cameron van der Burgh, 26.74 (più lento di 20 centesimi rispetto al 26.54 del mattino), l’americano Kevin Cordes e l 26.86, e il brasiliano Joao Gomes Junior, 26.67.

Bene anche Fabio  Scozzoli che, con 26.96, per un centesimo si riprende il record italiano ed entra in finale con l’ottavo tempo (confermando il ranking delle batterie). Conferma il 9° posto delle batterie anche Nicolò Martinenghi, primo escluso dalla finale col tempo di 27.01.

 

200m stile libero femminili. Federica Pellegrini vince la seconda semifinale in 1:55.58, respingendo l’assalto di Katinka Hosszu che tocca in 1:55.98.

Quello di Fede è il quarto tempo di qualificazione pr la finale poiché nella prima semifinale fanno meglio in tre: l’incredibile Katie Ledecky, che non sembra nemmeno risentire della fatica delle 30 vasche completate poco prima e vince in 1:54.69, 30 centesimi davanti all’australiana Emma McKeon (1:54.99). La Ledecky difende il titolo di Kazan ed campionessa olimpica in carica; la McKeon fu bronzo a Rio. Terza nella prima semifinale e terzo tempo di qualificazione (1:55.08) per la russa Veronika Popova. Per la Pellegrini che cerca il suo settimo podio mondiale consecutivo sembra lei l’avversaria da battere.

 

200m farfalla maschili. Il giapponese Daiya Seto, vince la prima semifinale in 1:54.03. Giacomo Carini peggiora leggermente rispetto al mattino e, soprattutto, rimane ben al di sopra del suo record italiano di 1:55.40. E’ fuori forma e viene eliminato on 1:56.59.

Nella seconda semifinale per la gioia del pubblico ci sono gli ungherese Laszlo Cseh e Tamas Kenderesi. C’ è anche Chad Le Clos che, vispissimo, guadagna oltre un metro col tuffo di partenza. Il sudafricano resta in testa per quasi tutta la gara ma dopo la virata dei 100 metri Cseh, imitato da Kenderesi, inizia la sua rimonta e supera il rivale a 15 metri dalla fine. Così al tocco finale: Cseh 1:54.22,  Kenderesi 1:54.98, Le Clos 1:55.09. Sono i tempi di ammissione alla finale più veloci dopo quello di Seto.

Per quanto visto sinora Cseh c’è, Le Clos chissà.

Foto Giorgio Perottino – Andrea Masini/Deepbluemedia/Insidefoto

 

 

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