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Ricordo di Carlo Pedersoli/Bud Spencer

Grande atleta dal talento naturale, attore amatissimo dal pubblico

E’ morto lunedì a 86 anni. Per tutta la vita è stato vicino al nuoto e alla pallanuoto. In Germania c’è una piscina comunale a lui intitolata.

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Ieri si sono svolti i funerali di Carlo Pedersoli, l'attore Bud Spencer, morto a Roma lunedì 27 giugno alle 18.15. Ne aveva annunciato la scomparsa all'ANSA il figlio Giuseppe Pedersoli: "Papà è volato via serenamente alle 18.15. Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata <grazie>".

Una grande folla si è radunata ad attendere il feretro davanti alla Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. Numerosi i personaggi del cinema, dello sport e della politica.

Tra i primi ad arrivare, anche Mario Girotti/Terence Hill, suo partner in tanti film. Una banda ha suonato la musica dei suoi film.

Nato a Napoli il 31 ottobre 1929, Carlo Pedersoli divenne un grande nuotatore e un eccellente pallanuotista. Come attore, col nome di Bud Spencer, divenne noto al grande pubblico per numerosi film del genere “spaghetti western” degli anni '70, in coppia con Mario Girotti/Terence Hill, e da solo.

Infiniti i tributi in Italia e nel mondo e i video tributi su YouTube.

 

Di lui ho un ricordo personale avendolo visto nuotare a Verona, nella Piscina Comunale – la stessa dove oggi c’è il Centro federale intitolato ad Alberto Castagnetti e dove si allena Federica Pellegrini –, all’inizio degli anni cinquanta, quando prese parte a una gara nazionale.

Io, bambino, rimasi impressionato da questo gigante, bello e forte come un dio, con i corti capelli neri. Indossava il costumino, come si usava a quell’epoca. Interpretava il crawl in maniera splendida e prima di tuffarsi eseguì alcuni esercizi di stretching.

Era alto, 194 cm, e dotato di una muscolatura imponente ma armonica, ben formata, in cui spiccava un “eight pack” naturale.

Pedersoli era già noto tra gli appassionati di nuoto, e io, dopo essere riuscito a guadagnare la prima fila tra la folla che si assiepava ai bordi della piscina, lo studiai senza perdere nemmeno uno dei suoi movimenti, fuori e dentro l’acqua.

La foto sotto, tratta dal suo sito ufficiale, fu scattata proprio in quella occasione, a Verona.

Quella piscina fu costruita a metà degli anni trenta e venne etichettata come “la più grande d’Europa”. In effetti, come conferma il numero sul blocco di partenza, aveva 12 corsie.

CARLO PEDERSOLI 

Da atleta Carlo Pedersoli fu una punta della Nazionale italiana di nuoto e pallanuoto negli anni cinquanta, durante i quali giocò da centroboa con la Società Sportiva Lazio di Roma. Sempre da centroboa, nel settembre 1953 contribuì con 5 gol alla vittoria dell’Italia sulla Spagna.

Fu il primo nuotatore italiano a scendere sotto il minuto nei 100 metri stile libero nuotando la distanza in 59.5 a Salsomaggiore, nel 1950. Nei primi anni cinquanta  vinse 6 titoli italiani dei 100 metri stile libero: 5 consecutivi, dal 1949 al 1953, l’ultimo nel 1956.

Da nuotatore e pallanuotista partecipò alle Olimpiadi del 1952 e del 1956, raggiungendo le semifinali nei 100 metri stile libero, e classificandosi in entrambe le occasioni all’undicesimo posto.  

Dopo i Giochi Olimpici, insieme con altri promettenti atleti, venne invitato alla Yale University e trascorse alcuni mesi negli Stati Uniti.

CARLO PEDERSOLI 

Qualche anno dopo Carlo Pedersoli divenne un attore "di peso", un'icona duratura nel tempo, col nome di Bud Spencer: Bud dalla sua birra preferita (Budweiser), Spencer dal suo attore prediletto (Spencer Tracy).

Pedersoli/Spencer divenne conosciuto anche con il soprannome di Piedone, dal titolo di una sua famosa serie di film.

Decine di fan club sorsero sul territorio nazionale; la corrispondenza che riceveva e smaltiva arrivava sino a 1500 lettere al mese; T-shirt con impresso il suo nome venivano prodotte e vendute in giro per il mondo: dalla Russia all'Australia, dalla Germania all'Arabia Saudita e alla Tailandia; migliaia di video, libri, cd e dvd facevano capolino nelle videoteche, librerie e negozi musicali un po’ dovunque.

Pedersoli si raccontava così: “Il mio successo è merito del pubblico che ha avuto subito simpatia per quest’uomo di 120/150 chili; ma è stato lo sport a insegnarmi i valori della vita, il sacrificio, il rispetto per l’avversario e per le regole, l'amicizia, la solidarietà, il coraggio e la follia del razzismo. Ricordo con nostalgia gli anni da atleta: i viaggi in treno in terza classe per partecipare alle gare; le cene goliardiche con i compagni di squadra; alcuni episodi simpaticissimi, come quando a Napoli, durante una gara di nuoto, franò una tribuna del pubblico e noi atleti ci tuffammo per salvare le persone e recuperarne i loro effetti personali tra applausi scroscianti: doveva essere una giornata di sport, divenne una giornata memorabile di cronaca cittadina".

Pedersoli e il Nuoto

Nonostante i suoi impegni cinematografici Pedersoli non ha mai abbandonato l'universo acquatico.  Raccontava: “Ai Mondiali di Roma 1994, dopo il successo del Settebello, andai negli spogliatoi per porgere i miei complimenti ai campioni. Gli dissi <congratulazioni signorine>. Tutti mi coprirono di abbracci ma mi chiesero il perché di <signorine>. <Beh - gli risposi - noi giocavamo in sette, voi siete quasi il doppio!>".

Questa la sua analisi: “Lo sport negli ultimi cinquant'anni è cambiato moltissimo, il nuoto in particolare. Noi eravamo dei pionieri, oggi, in Italia, sono più di 5.000.000 i praticanti in piscina; la diffusione delle scuole nuoto, della cultura dell'acqua e dell'agonismo sono promosse dalla Federazione con professionalità e continuità. La pallanuoto si giocava in sette, le rose erano composte al massimo da nove giocatori, ma già era un'eccezione. Impossibile un paragone con la pallanuoto attuale, con squadre da 15-20 giocatori, giovanili, televisione, radio”.

“Ai miei tempi - proseguiva Pedersoli - nuotavo uno-due chilometri al giorno; non avevamo nulla, se non un costume, un allenatore col fischietto, una panca e qualche peso in palestra. Oggi abbiamo un palmares di tutto rispetto in ogni disciplina. Dobbiamo essere fieri di ragazzi, dirigenti e tecnici. Una crescita importante, alla quale ho riservato parte della mia vita, e resa possibile dal lavoro della Federazione Italiana Nuoto e del suo presidente, Paolo Barelli, che hanno posto l’Italia ai vertici dello sport mondiale".  "Il mio sogno? Che tutti i bambini possano praticare qualsiasi tipo di sport gratuitamente, perché lo sport è vita ed aiuta a crescere in maniera sana e a far emergere tutte le virtù umane”.

Carlo Pedersoli è sempre stato molto vicino alla Federazione Italiana Nuoto. Egli stesso ha più volte ripetuto: “La Federazione Italiana Nuoto è la mia seconda famiglia”. “Ricordo con grande affetto gli anni trascorsi in piscina. Erano gli anni della mia gioventù e li ho vissuti nel mio habitat preferito, l’elemento acqua. Il nuoto e la pallanuoto mi hanno aiutato a capire e apprezzare i valori della vita, la sana competizione e lo spirito di gruppo. L’amicizia e la solidarietà. Valori di cui il mondo ha bisogno”.
Il Presidente della FIN Paolo Barelli ha sempre ammirato il grande impegno e la particolare attenzione rivolti da Pedersoli al mondo del nuoto, e alla Federazione Italiana Nuoto in particolare. Nel 2004 lo volle testimonial della FIN.  Il 24 gennaio 2007 Carlo Pedersoli ricevette da Barelli il brevetto di allenatore federale di nuoto e pallanuoto. Più tardi, nello stesso anno, presentando i Mondiali di Roma 2009,  Barelli disse di lui: “Bud Spencer è famoso in tutto il mondo ma per noi resterà sempre Carlo Pedersoli. Quel ragazzo che per primo ha infranto il muro dei 60 secondi nei 100 metri stile libero. Come me è cresciuto nella Società Sportiva Lazio. Nazionale di nuoto e pallanuoto. Atleta olimpico. Con i suoi film ha fatto sorridere ma anche riflettere intere generazioni. Come lui stesso ha detto, continuerà a far parte della nostra grande famiglia. Tra meno di due anni Roma ospiterà per la seconda volta nella sua storia i campionati del mondo di nuoto e lui sarà ancora assieme a noi per questa nuova, eccitante, avventura”.

Il 30 ottobre del 2014, per il suo 85° compleanno, trascorse una giornata con le ragazze della Nazionale giovanile di pallanuoto al Centro Federale - Polo Natatorio di Ostia. Ha seguito gli allenamenti, ha raccontato le sue storie più fantastiche, ha risposto alle domande più curiose. E’ stata una giornata semplice ma ricca di contenuti. “Credo di aver praticato tutti gli sport e il nuoto e la pallanuoto sono tra quelli che ho amato di più”. Alle ragazze, dalle quali ricevette un pallone autografato, regalò il DVD del film "Più forte ragazzi" con una dedica speciale.

I visitatori del suo interessantissimo sito web ufficiale (http://it.budspencerofficial.com/ ) venivano accolti così: Benvenuti sul mio sito ufficiale! Per tutto il calore e l'amore che sto ricevendo da ormai tanti anni dai miei fan da tutto il mondo, mi sento davvero una persona fortunata. Con questo sito voglio darvi qualcosa indietro. Cordiali saluti, il vostro Bud”.

PEDERSOLI-SPENCER

Altre note biografiche

Il dopoguerra in Italia è davvero pesante e nel 1946 la famiglia Pedersoli si sposta in un paese molto lontano, il Brasile. Carlo impara rapidamente il portoghese e lavora anche come carpentiere a Rio de Janeiro e poi presso il consolato italiano di Recife. E’, comunque, un periodo sereno nel quale Carlo apprezza l’arte e la musica brasiliana, la sua favorita. Nel 1948 rientra in Italia, e si iscrive all’Università di Roma, Facoltà di Giurisprudenza, quella che secondo lui gli avrebbe lasciato più tempo per allenarsi nel nuoto.

In quel periodo Carlo affronta anche qualche incontro di pugilato nella categoria pesi massimi, vincendo tutte le sfide.

In quell’anno Giuseppe Colizzi, suo vecchio amico, gli offrì una parte in un film e, dopo qualche esitazione, Carlo accettò. Sul set conobbe il suo partner di lavoro, un giovane attore con all’attivo varie pellicole, ma in ruoli secondari e sconosciuto al grande pubblico: era Mario Girotti, suo futuro inseparabile compagno, meglio noto come Terence Hill.

Il film “Dio perdona... io no!” fu la prima pellicola della coppia, diventata nel tempo inseparabile per questo genere di produzioni.

Non dimentico del suo amore per la musica, nel 1977 scrisse alcune canzoni per il film “Lo chiamavano Bulldozer”; una canzone venne da lui stesso interpretata nel film.

Nel 1999 la rivista americana TIME pubblicò una classifica degli attori italiani più famosi al mondo, in occasione del Premio Oscar al film “La vita è bella”. Al primo posto in classifica c’era Spencer, al secondo Hill.

Verso la fine della carriera Carlo dimostrò anche qualità di attore drammatico, e recitò in film impegnati, come “Cantando dietro i paraventi” (2003), con la regia di Ermanno Olmi, e il successivo "Uccidere è il mio mestiere", una produzione tedesca, dove interpreta il maestro di un assassino completamente cieco.

Come Bud Spencer, o Piedone, Carlo Pedersoli divenne popolarissimo anche in Germania. I suoi “spaghetti western” e gli altri film a base di scazzottate e risate, in coppia con l’inseparabile Terence Hill, hanno divertito un paio di generazioni di tedeschi e sono piaciuti anche ai giovanissimi. Per questo nel 1979 gli fu assegnato il premio Jupiter come star più popolare in Germania.

Il suo 78 ° compleanno, il 31 ottobre 2007 è stato molto celebrato a Berlino, con circa 100 ospiti e una grande torta tiramisù.

Nel novembre 2009 ha partecipato al Gala Unesco, a Düsseldorf.

Ma non tutti in Germania sapevano che quello di Bud Spencer era un nome d’arte, e che il corpulento e barbuto attore era italiano e si chiamava Carlo Pedersoli.

Lo sapevano bene, invece, gli abitanti di Schwäbisch Gmund, città di 61 mila abitanti, a 50 km da Stoccarda dove il 9 luglio 1951, nella piscina comunale scoperta, che si chiamava Schiesstal, l’allora nuotatore Carlo Pedersoli, ventunenne, durante un bilaterale Germania-Italia vinse i 100 metri stile libero in meno di un minuto, primo nuotatore in assoluto a realizzare questa impresa in Germania.

Il suo 78 ° compleanno, il 31 ottobre 2007 è stato molto celebrato a Berlino, con circa 100 ospiti e una grande torta tiramisù.

Nel novembre 2009 partecipò al Gala Unesco, a Düsseldorf.

Sessantadue anni dopo la sua performance nella piscina comunale della città, l’Amministrazione di Schwäbisch Gmund ha voluto attribuirgli un importante riconoscimento intitolandogli la sua piscina e chiedendogli di firmare nel libro d’oro.

Gli abitanti della cittadina, da sempre stati orgogliosi dell’impresa sportiva compiuta dal popolare attore nella loro storica piscina, da tempo desideravano rendergli un adeguato tributo. L’amministrazione cittadina lanciò via Facebook una specie di concorso per sollecitare proposte al riguardo. In ben 23 mila si erano espressi per intitolargli un tunnel, ma il Comune non aveva giudicato adeguato il tipo di “monumento”. Così, a fine novembre 2011, si decise di ribattezzare la piscina comunale con il suo nome d’attore, e da allora l’impianto si chiama ufficialmente “Bud Spencer Bad”.

Nel 2011 fu pubblicata anche la sua autobiografia (da Schwarzkopf & Schwarzkopf) e Carlo colse l’occasione  per promuoverla in diverse grandi città della Germania, firmando autografi per ore e ore. Il titolo finì presto nella lista dei best seller del più importante settimanale tedesco, "Der Spiegel" (foto sopra).

Nel 1999 la rivista americana TIME pubblicò una classifica degli attori italiani più famosi al mondo, in occasione del Premio Oscar al film “La vita è bella”. Al primo posto in classifica c’era Spencer, al secondo Hill.

Non dimentico del suo amore per la musica, nel 1977 scrisse alcune canzoni per il film “Lo chiamavano Bulldozer”; una canzone venne da lui stesso interpretata nel film.

Verso la fine della carriera Carlo dimostrò anche qualità di attore drammatico, e recitò in film impegnati, come “Cantando dietro i paraventi” (2003), con la regia di Ermanno Olmi, e il successivo "Uccidere è il mio mestiere", una produzione tedesca, dove interpreta il maestro di un assassino completamente cieco.

Il ricordo della FIN al link: http://www.federnuoto.it/federazione/federazione-news/item/37781-ciao-piedone-la-fin-piange-bud-spencer.html

 

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