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Nuoto

Giovedì 19 Novembre 2020 – Uno scandalo scuote la vigilia della finale ISL 2020

ISL, non è tutto oro quel che luccica

L’ex manager del team Energy Standard Paris, Jean-François Salessy, con una lettera aperta scritta subito dopo essersi dimesso dall’incarico, ha formulato dure accuse al padre-padrone dell’ISL, il “magnate” Konstantin Grigorishin.

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GRIGOTISHIN

“L’International Swimming League (ISL) è un iceberg: emerge una punta scintillante ma la gran parte, oscura, è sommersa e nasconde una realtà simile al Medioevo”. Questo è in sintesi estrema il concetto che Jean-François Salessy, agente di Florent Manaudou e fino a domenica 15 novembre manager del Team Energy Standard Paris, ha espresso in una lettera aperta, inviata nella stessa giornata dopo avere formalizzato le proprie dimissioni dall’incarico. Nella sua lettera il francese critica con abbondanza di dettagli il “magnate” ucraino Konstantin Grigorishin (in copertina) e la sua organizzazione, l’ISL, di cui è fondatore e proprietario, in un certo senso “padre-padrone.

Lo rivela Craig Lord, noto giornalista di nuoto, con un articolo pubblicato lunedì 16 novembre sul proprio sito www.StateofSwimming.Com  (S.O.S.).

Lord titola così il suo articolo: “Le maschere sono abbassate: l'agente di Manaudou Jean-François Salessy lascia il ruolo di Energy Manager alla vigilia della finale del 2020 con un duro attacco a Grigorishin e all’ISL” "Fake Movie dell’ISL…che emerge dal Medio Evo". L’articolo prosegue così: L’ International Swimming League (ISL) ha una crisi in piena regola dopo che Salessy ha preso la penna come una spada in una lettera aperta al fondatore e finanziatore della Lega Konstantin Grigorishin: il francese, infuriato, si è licenziato come General Manager (GM) di Energy Standard “urlando al capo”: “Il tuo status di miliardario impedisce ai candidi e agli appassionati di chiederti garanzie, contratti legali (il mio caso tra gli altri), e di preoccuparsi di un minimo di formalismo”.

La lettera di Salessy paragona l'organizzazione dell'ISL a un qualcosa di “più simile al Medioevo che allo sport professionistico”. Salessy accusa Grigorishin di limitare il suo ruolo di general manager di Energy Standard a quello di "un generale senza potere" in una ISL che descrive come "un iceberg con una parte visibile attraente e un lato oscuro immerso"Il manager francese afferma che i suoi sforzi per costruire un business attorno al team Energy Standard con sede a Parigi, che è stato creato e sovvenzionato da Grigorishin, sono stati "danneggiati dalle pessime dichiarazioni alla stampa del “magnate” e dalle sue critiche ai Giochi Olimpici. Salessy ha accusato il fondatore dell'ISL di essersi intromesso nella selezione della squadra per Energy, inclusa la decisione di escludere Charlotte Bonnet, tra le migliori nuotatrici di 200m stile libero al mondo (“ Non abbiamo bisogno di lei”). Salessy avrebbe voluto più nuotatori francesi nella squadra con sede a Parigi, proprio come altre squadre hanno una forte presenza di nuotatori delle città da cui prendono il nome, e ciò indipendentemente dalla natura multinazionale delle formazioni, concetto che ha introdotto una nuova dimensione per lo sport del nuoto. Salessy afferma: "Gli agenti dei nuotatori, i general manager (GM), i fornitori di servizi, i tecnici e lo staff di supporto sono solo degli extra in questo film, sostituibili a volontà, quindi malleabili a volontà. Agenti schizzinosi e giornalisti troppo curiosi non sono i benvenuti"Inoltre, Salessy ritiene che la “Swimmers Alliance”, l'organismo guidato da Matt Biondi e che rappresenta gli interessi degli atleti della ISL, non sia così indipendente come dovrebbe essere. Salessy evidenzia di non avere mai ricevuto risposte alle e-mail inviate” a Grigorishin e conclude con un sarcasmo: “…la esonero dal rispondere a questa lettera. Sarà troppo impegnato a parlare di pré-modernità, portando i nuotatori a testimoniare uno per uno nella hall del suo hotel …tutto questo è più simile al Medioevo."

La lettera è più dettagliati e dura. Il “J’accuse” di Salessy non è l’unico elemento a gettare qualche ombra sull’operato di Grigorishin e della sua organizzazione. C’è chi lamenta di non avere ricevuto il compenso promesso, chi definisce “strani” i colloqui “one to one” del "magnate" con i nuotatori, chi afferma che il materiale con cui sono state confezionate le divise è di scarsa qualità...

C’è chi sostiene che per Grigorishin l’operazione ISL doveva essere un “business” ma il covid-19 ci ha messo lo zampino e, anche a detta di un responsabile finanziario dell’organizzazione, gli introiti – diritti televisivi e sponsor, per non parlare dell’inesistente biglietteria dato che i match si svolgono in assenza di pubblico – sono inferiori rispetto al budget pianificato e sperato. Così, si dice, ora Grigorishin avrebbe chiesto alle singole squadre e agli atleti di autofinanziarsi. Per il momento la sua richiesta ha incontrato scarso entusiasmo, e soltanto due delle dieci squadre di quest’anno avrebbero già confermato la loro partecipazione all’edizione 2021.

Sarebbe un peccato se l’iniziativa di Grigorishin, che presenta alcuni punti oscuri e un format da migliorare, dovesse concludersi prematuramente. Dalla sua, infatti, c’è una forte spinta innovativa, e di rinnovamento di un ambiente gestito da una classe dirigente/politica avida e sclerotizzata.

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