Direttore Responsabile: Camillo Cametti

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Verona, Venerdì 19 Maggio 2017 – Intitolazione

LARGO GHERARDO CAMETTI, inaugurato questa mattina

Di fronte allo Stadio Bentegodi l’Amministrazione Comunale ha reso omaggio a un grande educatore e promotore dello sport.

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Da oggi Verona ha una piazza in più dedicata allo sport. La grande rotonda antistante lo Stadio “Bentegodi” è stata intitolata a Gherardo Cametti, educatore e promotore sport. Questa mattina il sindaco Flavio Tosi e l’assessore allo sport Alberto Bozza (foto di copertina) hanno scoperto la targa. Largo Gherardo Cametti (1907 – 1992) è sito nell’intersezione tra via Sogare, via Pirandello, via Da Vinci e Piazzale Olimpia.

La figura di Gherardo Cametti, peraltro illustrata nella targa di bronzo installata nell’aiuola fronteggiante la targa toponomastica, è stata ricordata dal figlio Camillo Cametti, anche a nome dei fratelli Silvio, Luciano, Carlo, Gianfranco, Lucia e Laura, tutti sportivi, e da Gaetano Dalla Pria, presidente dell’Associazione Azzurri d’Italia della Sezione di Verona che fu allievo del professor Cametti.

INTITOLAZIONE GHERARDO CAMETTI

Presenti alla cerimonia, con i labari delle rispettive associazioni, anche il direttore del Centro Federale di Alta Specializzazione di Verona “Alberto Castagnetti” Alberto Nuvolari, il presidente dei Veterani Sportivi Veronesi Pierluigi Tisato, il delegato provinciale del CONI Stefano Gnesato, Gaudio Pedalino in rappresentanza della Fondazione “Bentegodi”, Arnaldo Baruffolo presidente dell’Associazione “Cangrandi” Rugby, e Carla Riolfi, segretaria del Panathlon Club di Verona.

INTITOLAZIONE G. CAMETTI 

La biografia sulla targa di bronzo

 

GHERARDO CAMETTI

Educatore e Promotore dello Sport

Nato a Roncà (VR) l’8 agosto 1907, morto a Verona il 7 novembre 1992.

 

Appassionato di sport sin da giovanissimo, nei primi Anni Venti fu tra i primi in Italia a praticare lo sci, appreso alla Scuola Militare di Aosta, durante i tre anni trascorsi per diventare Ufficiale degli Alpini. Nel 1929 fu tra i primi , e i migliori, diplomati dell’Accademia Nazionale di Educazione Fisica della Farnesina a Roma. Iniziò subito l’attività di Professore di Educazione Fisica, alla quale ben presto affiancò l’incarico di Responsabile dello sviluppo e dell’organizzazione dell’ Educazione Fisica e Ginnico - Sportiva nella Provincia di Verona, affidatogli per la sua autorevole competenza.

Pochi anni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale fu il primo a ricoprire l’incarico di Coordinatore di Educazione Fisica presso il Provveditorato agli Studi di Verona. Iniziò da subito un’intensa attività per la promozione di numerosi sport, in particolare dell’Atletica Leggera, del Rugby, sport allora sconosciuto a Verona, e del Nuoto. A lui si deve l’organizzazione dei primi corsi di nuoto per gli alunni delle scuole.

Parallelamente svolse un’intensa attività di Giudice di Atletica Leggera e di Ginnastica, entrando ben presto nei massimi ruoli nazionali. Si affermò anche come Cronometrista di grandi capacità, tanto da essere designato nel ristretto gruppo dei cronometristi ufficiali per le gare di velocità dell’ Atletica Leggera alle Olimpiadi di Roma, nel 1960, dove fermò il suo cronometrò sullo spettacolare tempo di 20” e 5 che valse all’azzurro Livio Berruti la vittoria della medaglia d’oro nei 200 metri piani. Come cronometrista Gherardo Cametti fu attivo per mezzo secolo. Si distinse anche nel cronometrare innumerevoli rally automobilistici, nazionali e internazionali, gare di sci e di nuoto e partite di pallanuoto, e ottenne la qualifica di Cronometrista Benemerito.

Fu anche membro della Commissione dell’I.C. “M. Bentegodi” e fece parte del Comitato Organizzatore per le celebrazioni del Centenario dell’Istituzione. Nel 1981 l’Amministrazione Comunale di Verona onorò la sua attività di Educatore e Promotore dell’Educazione Fisica e dello Sport conferendogli il premio “Un esempio per Verona”, un riconoscimento al merito sportivo.

 

Link all’articolo originale: http://www.federnuoto.it/federazione/federazione-news/item/38906-gherardo-cametti.html

 

 

Le foto sono di Nicolò Carello

 

 

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