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Condanna mite per l’autore del misfatto

Mondiali FINA 2019: nonostante lo scandalo delle firme falsificate si faranno a Gwangju

Il presidente della FINA, Julio Maglione, ha chiesto clemenza per l’imputato. L’appello accolto dal giudice.

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Il 24 gennaio il tribunale distrettuale di Gwangju, Corea del Sud, ha inflitto una condanna a sei mesi di reclusione, con la condizionale (sentenza sospesa) a Kim Yoon-suk (foto di copertina), segretario generale del Comitato per la candidatura per i Campionati del Mondo FINA del 2019, colpevole di avere falsificato la firma del Primo ministro Kim Hwang-sik e quella dell’allora ministro della cultura Choe Kwang-shik sul documento che garantiva il sostegno finanziario del governo del Paese asiatico per l’organizzazione dei Mondiali 2019.

La prigione è stata evitata a Kim Yoon-suk per avere agito non per interesse personale ma credendo di fare l’interesse della città.

La mitezza della pena si deve anche all’intervento del Presidente della FINA Julio Cesar Maglione (nella foto sotto mentre a Barcellona annuncia la candidatura vincente per ospitare i Mondiali 2019) che ha chiesto al giudice clemenza a favore dell’imputato.

julio maglione_gwangju_barcellona

Il giudice Lee Dong-ho ha detto: “Una severa punizione era inevitabile per evitare che simili scandali si ripetano nelle candidature per ospitare eventi internazionali”. Inoltre, ha detto il giudice, le lettere con le forme falsificate non hanno influenzato l’esito della candidatura poiché prima della chiusura della procedura sono state sostituite con gli originali regolari.

I Campionati Mondiali FINA 2019 sono stati assegnati a Gwangju anche se i dettagli della falsificazione delle firme sono emersi la mattina stessa delle votazioni.

Gwangju è per dimensione la sesta città della Corea del Sud e si trova a circa 330 chilometri dalla capitale Seul.

Nel 2015 ospiterà le Universiadi estive. Curiosamente Kim Yoon-suk è rimasto segretario generale del Comitato Organizzatore di questa importante manifestazione.

Il sindaco di Gwangju, Kang Un-tae, ha chiesto scusa per lo scandalo, che ha definito “vergognoso”.

Nonostante ciò il governo coreano ha fatto sapere che potrebbe ritirare il proprio sostegno finanziario all’iniziativa. Non solo: il Ministero della Cultura Sport e Turismo ha lanciato un piano per rivedere le linee guida necessarie a garantire il sostegno alle città che vogliono candidarsi ad ospitare un grande evento internazionale.

 

Nota – Nell’ articolo i cognomi coreani precedono i nomi, secondo lo stile nazionale.

 

 

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