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Buenos Aires, 10 settembre – Conclusa la Sessione CIO

CIO: Olimpiadi 2020 a Tokyo. Bach nuovo presidente

La Lotta resta nel programma dei Giochi Olimpici.

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Jacques Rogge (IOC)

All’Hotel Hilton di Buenos Aires tutto è finito. La lunga sessione del Comitato Internazionale Olimpico (CIO) si è consumata. I giochi, quelli della politica sportiva, sono fatti. La sede olimpica del 2020 è stata scelta, lo sport destinato a completare il programma dei Giochi pure e, infine, poche ore fa, il nuovo presidente al posto del medico belga Jacques Rogge, ex velista, rimasto in carica dodici anni, è stato designato. Andiamo per ordine.

Sede delle Olimpiadi 2020. Ha vinto Tokyo, alla seconda votazione, a grande maggioranza. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe, con un vigoroso discorso, ha saputo convincere la maggioranza dei votanti che le conseguenze relative alla fuoriuscita di radiazioni dalla centrale di Fukushima sono sotto controllo e non costituiranno un problema per nessuno nel 2020. Qualche giorno fa, nella sezione Notizie, avevamo scritto che la questione “Fukushima” sarebbe stato l’unico punto davvero a sfavore dei giapponesi ma Abe ha saputo superarlo con abilità.

SHINZO ABE (JPN)

A favore di Tokyo ha giocato l’affidabilità dei giapponesi (Sochi 2014 e Rio de Janeiro 2016 destano preoccupazione), le loro capacità organizzative coniugate all’esperienza, il largo consenso della popolazione  e, in prospettiva, la solidità finanziaria di un’economia in ripresa. La vittoria di Tokyo ha suscitato grande entusiasmo in patria.

DELGAZ. JPN A BUENOS AIRES

Tokyo ha battuto Istanbul, la cui candidatura era pure notevole. Madrid è uscita di scena alla prima votazione, vittima della crisi economica spagnola e dell’intera Eurozona. Tanto Istanbul che Madrid erano rappresentati dai rispettivi primi ministri, Tayip Erdohan e Mariano Rajoi.

Scontato pensare che Roma, se fosse stata candidata, sarebbe pure uscita di scena al primo turno: infatti l’Italia, oltre alla crisi economica che l’accomuna alla Spagna, presenta anche una credibilità ridotta ai minimi termini sulla scena internazionale, a causa della sua instabilità politica. Bene fece il Governo Monti a negare il suo sostegno ad una candidatura perdente in partenza: una decisione che ha fatto risparmiare altri soldi per una candidatura comunque costata parecchio, anche per spese superflue: basti pensare che a Londra 2012 a Casa Italia c'erano personaggi appartenenti al Comitato Promotore della candidatura, ormai abortita, di Roma Città Olimpica. A spese di chi?

Ora, sentiamo da più parti l’espressione di entusiastici desideri di rivincita, cioè la riproposizione della candidatura di Roma per il 2024, Milano permettendo. La convinzione è che, dopo l’eliminazione di Madrid, una candidatura europea avrebbe più possibilità. Può essere. Sicuramente ospitare l’Olimpiade gioverebbe allo sport italiano, all’immagine italiana e all’economia italiana. Fu così con l’Olimpiade di Roma del 1960, un’Olimpiade sobria ed entusiasmante. Vi partecipò anche mio padre, come cronometrista dell’atletica leggera (fu fra quelli che cronometrarono la vittoria di Livio Berruti sui 200 metri piani). Tramite lui, e tramite la televisione, mi entusiasmai anch'io per quei Giochi del 1960, soprattutto per la vittoria del Settebello nella pallanuoto.

Ma i tempi sono cambiati. Nel nostro paese la politica è malata, la corruzione estesa e la burocrazia rappresenta un freno a qualsiasi iniziativa. C’è il rischio di un bagno di sangue, a spese dei già molto tartassati contribuenti. I precedenti non mancano. Pechino 2008 è servita alla Cina per acquistare credibilità nei confronti dell’Occidente, ma i conti in rosso chi li ha pagati? Il popolo, ma li non si fiata. Impianti spettacolari come lo stadio a nido di rondine o il complesso natatorio ribattezzato “Water Cube” sono oggi sotto utilizzati.

Non parliamo di Atene 2004. I greci costruirono impianti dispendiosi, oggi per la maggior  parte abbandonati o in degrado, e subirono un salasso finanziario che ha contribuito a spingere il Paese verso il fallimento: un fallimento evitato grazie ai soccorsi internazionali.

Dunque, ben venga il sogno olimpico per il 2024, Roma o Milano che sia, ma se si vuole alimentarlo si segua l’esempio di Atlanta 1996, l’unica Olimpiade dei tempi moderni che non ha costretto il governo del paese a mettere le mani nelle tasche dei contribuenti. Il “Commissioner” Peter Uberroth, un tosto ex pallanuotista, fu così bravo da riuscire a finanziare quei Giochi Olimpici soltanto con risorse provenienti da privati (imprese e cittadini).

I manager abbondano anche da noi, ma lo siano veramente: perché tutti sono capaci di essere bravi manager se le istituzioni pubbliche appianano i deficit e pagano i debiti. Per favore, ci evitino questa odissea.

Programma delle Olimpiadi. Anche qui tutto come previsto: la Lotta (49 voti), che modernizzerà le sue regole, ha mantenuto il suo posto (ce l’aveva da sempre) a spese degli altri pretendenti, Baseball-Softball (24 voti) e Squash (22 voti).

Nuovo presidente del CIO. Ha vinto, con un largo consenso (49 voti), il tedesco Thomas Bach. Il nuovo presidente sostituisce il medico belga Jacques Rogge, giunto al termine del suo lungo mandato. Durante i suoi dodici anni al vertice del CIO Rogge ha saputo suscitare consensi, anche per avere saputo dare inizio ad una politica di rinnovamento dell’istituzione stessa, e assicurarne la solidità finanziaria (oggi le entrate del CIO superano il miliardo di dollari!).

THOMAS BACH (GER)_PRESID. IOC

Bach è un ex velista – vinse la medaglia d’oro a Montreal 1976 -, ha 59 anni e fa l’avvocato. Era da tempo il grande favorito. Il suo motto "unità nella diversità" ha convinto. Il tedesco è l’ottavo presidente europeo da quando il CIO fu fondato nel 1894. L’unico non europeo fu l’americano Avery Brundage, che “regnò” dal 1972 al 1992. Fra i candidati eliminati anche l’ex primatista del mondo di salto con l’asta Sergey Bubka (4 voti).

 

Foto sotto: entusiasmo nelle strade di Tokyo

GIAPPONESI IN FESTA A TOKYO

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