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Elezioni FIN – Fiducia al governo uscente/Analisi

Barelli, quarto mandato

Il presidente della FIN rieletto con una maggioranza nettissima.

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Paolo Barelli

Secondo i giornali favorevoli agli sfidanti (quasi tutti quelli che si sono occupati della tenzone elettorale alla Federnuoto nei giorni precedenti l’assemblea), Giorgio Quadri e Paolo Colica - soprattutto a Quadri, perché il vice presidente uscente della FIN è stato praticamente eclissato dalla “discesa in vasca” (sono parole sue) dell’ex nuotatore –, in assemblea avrebbero reso la vita difficile a Paolo Barelli, presidente uscente, in cerca della riconferma. Si ipotizzava che l’accoppiata Quadri-Colica  potesse prendere più del 45% e, dunque, costringere Barelli al ballottaggio.

Non è stato così. Barelli ha vinto con una percentuale superiore al 72 per cento: una maggioranza non bulgara ma espressione di un consenso solido e radicato. Una vittoria prevedibile, guardando i fatti.

Difetti a parte (ma chi non ne ha?), Barelli si è sempre dimostrato dirigente solido, capace di affrontare e risolvere i problemi, e di reggere con perizia il timone della complessa gestione della FIN, anche attraverso le tempeste.

E’ possibile che certe spigolosità del suo carattere e certe sue espressioni, diciamo così, ruvide, gli abbiano alienato alcune simpatie, ma l’opposizione a Barelli è nata  da quella che potremmo definire come una “questione romana”: una questione che ruota principalmente attorno alla gestione delle piscine della Capitale e alla ripartizione degli spazi acqua nelle stesse. Non è un caso che gli sfidanti di Barelli, “romano de Roma”, siano entrambi, pure loro, “romani de Roma”.

A questo nucleo romano, forte di società blasonate e di personalità note, stimate e rispettate nell’ambiente, si sono aggregate alcune frange di malpancisti cronici della pallanuoto e, qui e la, altri scontenti per motivi diversi.

Sicuramente  all’interno dello schieramento di opposizione, ma anche all’interno della maggioranza, c’è chi ha una visione diversa di quella che dovrebbe essere la gestione federale: una visione, per così dire, più organica e meglio pianificata delle varie attività e strutture della FIN; una visione che contempla una differenza, anche di metodo, rispetto a quella di Barelli.

Ma il “metodo Barelli” ha il suo punto di forza in un pragmatismo lungimirante che consente al presidente di ottenere quasi sempre risultati positivi.

La FIN di Barelli ha ottenuto successi sportivi a iosa (l’elenco delle medaglie vinte sotto la sua gestione è davvero lungo per essere ricordato qui). La stessa Olimpiade di Londra ha visto l’Italia protagonista con due medaglie importanti, nella pallanuoto maschile e nel nuoto di fondo, e con due quarti posti a ridosso del podio nei tuffi. Certo, sono mancate le medaglie del nuoto ma, a conti fatti, la Federnuoto ha contribuito per la sua parte al bottino di 28 medaglie vinte dall’Italia a Londra.

Numerosi anche i successi organizzativi: Rescue 2004, Mondiali FINA 2009, Mondiali Master di Riccione 2004 e 2012, World League Super Final di Pallanuoto 2011, Campionati Europei in vasca corta 2005, Europei di Tuffi 2011, Europei di Nuoto in acque aperte 2012, eccetera. Successi che hanno  hanno promosso  l’immagine mediatica degli sport natatori e accresciuto il prestigio internazionale della FIN. Ancora: successi nella politica sportiva con la conquista, per se e per tanti esponenti della FIN, di posizioni di prestigio e di influenza nelle massime organizzazioni internazionali, la FINA e la LEN. Infine, “last but not least”, come parlamentare il senatore Barelli , ha ottenuto l'approvazione di provvedimenti legislativi da lui proposti a favore dello sport in generale, e del nuoto in particolare.

Tutto questo i delegati lo sapevano, lo hanno metabolizzato ed hanno votato di conseguenza.

Si è cercato di colpire Barelli tirando fuori a sproposito gli scandali relativi ai Mondiali di Roma 2009. Scandali a cui Barelli, la FIN e lo stesso Comitato Organizzatore dei Mondiali erano, invece, estranei. 

Alla “gestione Barelli” si sarebbero potuti muovere appunti di altro tipo. Ad esempio, il non aver saputo trovare per tempo una soluzione valida al “dopo Castagnetti”; oppure, il non avere elaborato e adottato una politica per la gestione etica e comportamentale degli atleti azzurri: le gazzarre di Shanghai, e di Londra, inscenate da alcuni atleti di punta, e che hanno colpito l’opinione pubblica molto sfavorevolmente, non risultano essere state sanzionate.

Tornando all’assemblea c’è da dire che, solitamente, quando il presidente uscente si trova ad affrontare altri candidati, la forbice percentuale minima che essi raccolgono, indipendentemente dai loro nomi, oscilla tra il 20 e il 30 per cento. Proprio quello che è accaduto a Riccione.

A Giorgio Quadri e Paolo Colica va riconosciuto di essersi battuti con coraggio e signorilità, anche se con esiti differenti: il primo ha raccolto oltre il 25 per cento dei suffragi; il secondo poco più dell’1 e mezzo per cento. Entrambi non hanno ceduto alla tentazione, facile in questi casi, di buttarla in rissa; invece, hanno preferito argomentare sull’esigenza di rinnovamento della federazione, nelle persone e nei metodi di gestione. Prendendone atto, anche Barelli ha svolto il suo intervento con pacatezza, soffermandosi brevemente ma con argomentazioni solide, sugli argomenti di critica sollevati dai rivali.

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Giorgio Quadri

I tre candidati vanno accomunati in un unico applauso: grazie a loro quella di Riccione 2012 è stata una bella assemblea.

Chi, in futuro, volesse creare un’alternativa di sistema dovrà cominciare a darsi da fare subito. Certe cose non si improvvisano, vanno metabolizzate. L’ambito sportivo, per sua natura, è conservatore e ha bisogno di tempo per comprendere e recepire le nuove idee. Il simpatico e bravo Giorgio Quadri, calato nell’agone elettorale all’ultimo momento, dopo un’assenza di trent’anni dalle piscine, è stato coraggioso ma poco credibile.

Chi lavora e chi fatica tutti i giorni a bordo vasca vuole essere rappresentato da propri pari.

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Paolo Colica

Alla sua riconferma Paolo Barelli ha fatto seguire una proposta di grande significato umano, inedita per la FIN: quella di acclamare Tore Montella Presidente Onorario. La proposta è stata accolta calorosamente, per acclamazione. A Montella il mondo del nuoto ha riservare un tributo eccezionale per l’impegno da lui profuso a favore del nuoto durante tutta la vita. Il vice presidente uscente ha ringraziato con poche e commosse parole lanciando ai delegati un messaggio positivo, di unione e di speranza.

L’elezione dei consiglieri, ridotti a dieci dalla nuova normativa – 7 dirigenti, 1 tecnico, 1 atleta maschio e 1 atleta femmina – non ha riservato sorprese. Come riportato nell’apposita notizia, la lista Barelli è passata al completo.

Curiosamente sei dirigenti rappresentano la Pallanuoto – Ravina, Marotta, Caiazzo, Gervasio, Pieri e Russo, - come pure un’atleta, Postiglione. Il Nuoto, oltre che da Barelli, è rappresentato dal tecnico Del Bianco, anima del SIT FIN, e dall’atleta Dalla Valle. De Pascale rappresenta il Nuoto Sincronizzato.

Dibiasi e Rubaudo, consiglieri uscenti non ricandidati, riceveranno dal Consiglio Federale la delega come responsabili rispettivamente del Settore Tuffi e Nuoto in Acque Aperte. Deleghe sono previste anche  per gli altri consiglieri uscenti che hanno ritirato la loro candidatura: De Ferrari (Pallanuoto), Prayer (Master) e Benati (Salvamento?).

Qualche doverosa parola anche sui candidati consiglieri non eletti. Quasi tutti appartenevano alla lista Quadri, ad eccezione degli indipendenti Tosi e Bonanni. Fra i dirigenti primo dei non eletti è risultato, a sorpresa, Emanuele Armellini, campione di nuoto all’epoca di Quadri, che però ha preso soltanto un terzo dei voti dell’ultimo candidato eletto.

La lista Quadri ha dato il meglio nel settore dei tecnici, dove Giovanni Nagni ha sfiorato l’elezione con oltre il 47 per cento dei suffragi. Una bella soddisfazione per l’ex mezzofondista, già tecnico ed attualmente dirigente dell’Aniene. Per lui la dimostrazione di una popolarità tutta meritata: competenza, serietà, correttezza, impegno sono doti che tutti gli riconoscono e che molti vorrebbero vedere messe al servizio anche della FIN.

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Giovanni Nagni

Tanti voti anche per Emiliano Brembilla: pur assente (per motivi familiari) l’ex nuotatore è risultato il primo dei non eletti nella categoria atleti.

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