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Il Blog di Gianfranco Saini

30a Olimpiade/Londra 2012 - Analisi/Le Staffette Veloci

La 4x100 stile libero femminile

Terzo successo olimpico per l’Australia. Medaglia d’argento all’Olanda e bronzo agli Stati Uniti (mai fuori dal podio.

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4x100 stile libero Australia oro a Londra

 

 

Le gare delle staffette 4x100 stile libero erano la prima prova di squadra per ciascuno dei due settori nel programma olimpico di Londra, come del resto avviene anche in ambito mondiale e continentale. 

In campo femminile tre nazionali apparivano decisamente superiori alle altre, nell’ordine Olanda, Stati Uniti, ed Australia, che del resto avevano blindato il podio olimpico nelle ultime due edizioni dei Giochi.

L’Olanda si presentava da Paese detentore del record mondiale e come campione olimpico e mondiale in carica. Avendo inoltre conquistato il titolo mondiale anche nel 2009, era in piena corsa per completare il grande slam dei quattro titoli, due olimpici e due mondiali, in palio nel quadriennio 2008-2012.

Forte di una scuola di velocità che si basa su una tradizione profondamente radicata nella storia del nuoto già da prima della seconda guerra mondiale, disponeva inoltre per l’occasione di un’autentica arma impropria: Ranomi KROMOWIDJOJO.

La velocista olandese guidava le liste stagionali grazie ad un formidabile 52.75, realizzato nell’aprile 2012 ad Eindhoven: il miglior tempo mai nuotato da una donna indossando costumi integralmente tessili, per di più con copertura solo parziale delle gambe.

I tecnici olandesi hanno puntato sulla sua forza per affidarle la quarta frazione, convinti che avrebbe potuto comunque colmare l’eventuale disavanzo che fosse maturato nelle prime tre frazioni, nelle quali scendevano in acqua, nell’ordine, Inge DEKKER, Marleen VELDHUIS e Femke HEEMSKERK: tre formidabili veterane che nel corso dell’anno avevano percorso la distanza rispettivamente in 54.43, 53.95 e 54.17, assicurando al quartetto europeo una somma di tempi al via di 3:35.30.

La  HEEMSKERK era ritenuta in grado di dare un contributo ben maggiore, stando al 53.60 nuotato nel 2011.

Gli Stati Uniti potevano vantare un quartetto capace di questi personali stagionali: Missy FRANKLIN 53.52, Jessica HARDY 53.96, Lia NEAL 54.33 e Allison SCHMITT 53.94; questi tempi garantivano un totale al via di 3:35.75, un ritardo di poco meno di mezzo secondo dalle olandesi.

Meglio ancora appariva il potenziale dell’Australia, che faceva scendere in acqua Alicia COUTTS, Cate CAMPBELL, Brittany ELMSLIE e Melanie SCHLANGER.

Nel 2012 le quattro nuotatrici avevano ottenuto rispettivamente 53.90, 53.84, 54.08 e 53.74, per una somma di tempi al via della squadra di 3:35.56, che ne facevano la seconda forza in campo per tempi nuotati in stagione. Unico dubbio: le australiane nel 2011, erano terminate a quasi tre secondi dalle olandesi.

Come già nel 2011, la frazione di lancio del quartetto europeo era affidata a Inge DEKKER e proprio come in Cina la DEKKER non è riuscita a centrare il personale stagionale, nuotando in 54.67 e chiudendo in ottava posizione.

Ha così dovuto lasciare un ampio margine agli Stati Uniti, con la FRANKLIN che eguagliava invece il proprio personal best in 53.52, ma anche all’Australia, per la quale Alicia COUTTS ribadiva con 53.90 il miglior tempo della stagione.

Nella seconda frazione, a dispetto di un pessimo cambio (+0.32), la giovane Cate CAMPBELL, in rappresentanza della grande potenza dell’Oceania, martellava le rivali con un poderoso 53.19, riportando la sua squadra in contatto con quella nord americana, con un vantaggio di 1.38 secondi su quella europea. A questo punto, per quest’ultima, cui la VELDHIUS dava certo il contributo atteso, lo spazio per il successo pieno appariva fortemente ridotto.

La terza frazione vedeva l’australiana Brittany ELMSLIE (53.41) scavalcare al comando gli Stati Uniti, nonostante un cambio ancora pessimo (+0.43!) e la buona difesa per questi ultimi di Lia NEAL (53.65). Questo tempo le consentiva anche di contenere perfettamente Femke HEEMSKERK (53.39), dalla quale non arrivava il miracolo sperato dopo le mediocri frazioni delle compagne.

Nel tratto conclusivo Melanie SCHLANGER dava un clamoroso segnale di grandi qualità tecniche ed agonistiche, nuotando la sua frazione in un francamente inatteso 52.65, che non lasciava scampo né alla formidabile frazione di Ranomi KROMOWIDJOJO (51.93), né ad Allison SCHMITT che nuotava in 53.54 e condannava gli USA al terzo posto, nonostante il nuovo primato nazionale di 3:34.24.

Da notare che tutti e tre i quartetti non hanno certo brillato nei cambi, australiane e olandesi attestandosi su un totale complessivo rispettivamente di +0.99 e +0.95 e le statunitensi addirittura a +1.03: un quadro veramente mediocre a questi livelli e anche molto pericoloso. 

Si consideri in proposito che con una media non impossibile di +0.10 a cambio, le olandesi avrebbero conquistato l’oro!

Un’ultima nota in merito. Nella staffetta americana Jessica HARDY e Allison SCHMITT si giocavano il posto di titolare della frazione di stile libero nella staffetta mista: in pratica una medaglia d’oro, dentro o fuori. La HARDY ha nuotato in 53.53, la SCHMITT in 53.54.  Quest’ultima è stata tuttavia prescelta, ma non si è certo trattato di un sopruso o di una ingiustizia. Come da prassi, in queste situazioni i tecnici hanno tenuto conto del tempo nuotato, depurato del tempo di latenza lasciato nel cambio, che era rispettivamente di 0.27 per la HARDY e di 0.41 per la SCHMITT. Ciò considerato, il tempo di costei diventava dunque 53.13, quello della HARDY 53.26 e la SCHMITT si trovava a pieno titolo nelle condizioni per mettersi al collo, di lì a qualche giorno, un altro oro olimpico di staffetta nella mista.

Da un punto di vista storico, quello di Londra è il 23° titolo olimpico assegnato sulla distanza. Gli Stati Uniti, che non vincono l’oro dal 2000, si sono imposti per 14 volte, vincendo la gara in 9 delle 11 edizioni tra il 1960 ed il 2000, senza essere però battuti in questi quarant’anni che una sola volta, peraltro dalle discusse ondine della Germania EST, nel 1988 a Seoul. Nel 1980 a Mosca non erano infatti scesi in acqua per la nota vicenda del boicottaggio.

Mai nella storia di questo evento le nuotatrici statunitensi erano rimaste giù dal più alto gradino del podio per più di due edizioni e la terza sconfitta consecutiva in sede olimpica negli anni 2000 è quindi un fatto storico.

L’Australia sale in solitario al 2°posto nel medagliere di questa gara, con il terzo successo olimpico dopo quelli di Melbourne 1956 e Atene 2004. Due vittorie a testa per Olanda (Berlino 1936 e Pechino 2008) e Germania Est (Mosca 1980 e Seoul 1988), uno per Ungheria (Helsinki 1952) e Regno Unito, il primo nel 1912 a Stoccolma.

La gara per il podio

 1         AUS - Australia                         3:33.15 OR

COUTTS Alicia                           0.70      26.14 53.90       (3)           53.90

CAMPBELL Cate                                     0.32      25.00 53.19       (2)        1:47.09

ELMSLIE Brittany                       0.43      25.71 53.41       (1)        2:40.50

SCHLANGER Melanie                  0.24      25.55 52.65       (1)        3:33.15

 

2          NED - Olanda                            3:33.79

DEKKER Inge                            0.72      25.86 54.67       (8)           54.67

VELDHUIS Marleen                    0.27      25.29 53.80       (5)        1:48.47

HEEMSKERK Femke                   0.36      25.46 53.39       (3)        2:41.86

KROMOWIDJOJO Ranomi           0.32      24.71 51.93       (2)        3:33.79

 

3          USA – Stati Uniti                        3:34.24 AM

FRANKLIN Missy                        0.78      26.05 53.52       (1)           53.52

HARDY Jessica                          0.27      25.19 53.53       (1)        1:47.05

NEAL Lia                                   0.35      25.81 53.65       (2)        2:40.70

SCHMITT Allison                        0.41      25.53 53.54       (3)        3:34.24

 

 

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