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Verona, Venerdì 11 Settembre 2020 – Presentato un libro straordinario che parla di Tuffi e Polizia

MASSIMO CASTELLANI: “In Polizia per Sport”

L’ex tuffatore olimpico, già comandante del Nocs, oggi Primo Dirigente di Polizia, ha presentato la sua autobiografica ad una platea che annoverava il gotha del tuffismo italiano, grandi sportivi veronesi e numerose autorità.

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MASSIMO CASTELLANI

Massimo Castellani, veronese, classe 1961, ex atleta della gloriosa Istituzione Comunale Bentegodi di Verona, la società dove si è formato, e delle Fiamme Oro di Roma, nella prima parte della sua vita è stato campione di tuffi. Nel suo palmares 23 titoli italiani, un oro ai Giochi del Mediterraneo nel 1983, due finali ai Campionati del Mondo, 1982 (12°) e 1986 (8°), e una presenza ai Giochi Olimpici del 1988, a Seul. Nella seconda parte della sua vita, dopo avere conseguito la laurea in legge, è stato protagonista di una brillante carriera, tutta in crescendo, nella Polizia di Stato: commissario, vice direttore del Nocs (i reparti speciali), dirigente della Divisione Anti Crimine a Verona, poi primo dirigente, in servizio a Mantova dal 2014. Una vita straordinaria la sua, che Massimo ha deciso di raccontare in un libro autobiografico, “In Polizia per Sport”.

MASSIMO CASTELLANI

Anche come scrittore Massimo Castellani si è dimostrato un campione.

Il libro – che si avvale della presentazione di Stefano Bizzotto, telecronista RAI, cui, dal 1995, sono affidate le telecronache dei tuffi – è di facile e coinvolgente lettura grazie alle sorprendenti doti narrative dell’autore, capace di proporre con agile sintesi le vicende più salienti, anche private, della sua vita.

L’opera di Castellani, presentata per la prima volta nell’autunno dello scorso anno, è stata ripresentata ieri sera a Verona, nel parco di Villa “Le Grotte”, una splendida location sulle Torricelle, le belle colline da cui si ammira la città scaligera, ad una platea che annoverava il gotha del tuffismo italiano, oltre a grandi sportivi veronesi e a numerose autorità. Fra i tanti erano presenti i responsabili tecnici delle squadre nazionali, Giorgio Cagnotto e Oscar Bertone, e gli ex tuffatori veronesi Davide Lorenzini e Luisella Bisello, vincitori di numerosi titoli italiani (Lorenzini anche olimpico del 1996). Presente anche Emanuele Armellini, ex farfallista, campione italiano.

Inedito il format della presentazione, quasi un lavoro teatrale che, con la regia di Alberto Bronzato, ha proposto brani musicali (fisarmonica e canto), e ha coinvolto, con performance molto applaudite, anche i figli di Massimo, Leonardo, attore della Scuola del Piccolo Teatro di Milano intitolata a Giorgio Strehler, che ha recitato con intensità alcuni fra i brani emotivamente più coinvolgenti del libro, e la figlia Emma, danzatrice classica alla scuola di Liliana Cosi entrambi applauditissimi.

Il clou della serata è stata l’intervista a Massimo Castellani di Adalberto Scemma, prestigiosa firma del giornalismo sportivo. Un’intervista senza confini e senza ipocrisie, accompagnata da fotografie emblematiche proiettate sullo schermo. Spettatori avvinti per due ore e mezza di intervista-spettacolo sotto le stelle.

Lasciamo alla penna di Adalberto Scemma (nella foto in basso con Castellani e Bizzotto) la sintesi dell’intervista, e del libro “In Polizia per Sport”.

“E’ la storia di un ragazzino, un ragazzino di buona famiglia, dotato naturalmente per l’attività motoria, forse un talento o forse no, neppure lui poteva saperlo quando è stato avviato, casualmente, alla pratica sportiva.

Di talento ne aveva, Massimo Castellani, eccome se ne aveva! Quel talento che l’avrebbe proiettato sui trampolini degli Europei, dei Mondiali, delle Olimpiadi. Campione di tuffi, l’erede di Klaus Di Biasi e Giorgio Cagnotto. Un privilegiato, verrebbe da chiedersi. Ma non era così. Perché nessun risultato, viene ottenuto senza una componente importante di coraggio, di abnegazione, di senso della giustizia, senza una componente di amore. Allora sì che lo sport, quando sono questi i presupposti, diventa scuola di vita. Qualsiasi strada di vita uno decida di imboccare. Anche la più impervia, anche la più rischiosa Allora sì che quel lampo di tempo che intercorre tra lo slancio preso dal trampolino e l’entrata in acqua, coincide con quello che intercorre tra la scelta di sparare, o di non sparare, un colpo di pistola. Un tuffo, una vita, dicono i maestri Zen. Ma anche un colpo, una vita.

La sorpresa, per chi in questi giorni di clausura coatta recepisce l’input di una buona corroborante lettura, è tutta nel ritmo -intenso, cadenzato- che Massimo Castellani ha impresso a quello che è il suo primo libro e che promette di non rimanere un’opera unica perché altre, c’è da crederlo, ne seguiranno. Ma a coinvolgere sono proprio le storie di coraggio che Massimo racconta ricordando gli episodi vissuti come comandante del Nocs (le mitiche “teste di cuoio”). Storie raccontate con il giusto contributo di pathos ma anche con leggerezza, come è nel suo stile”.

MASSIMO CASTELLANI

MASSIMO CASTELLANI

Sopra - Massimo Castellani Nocs e nel collage con Fidel Castro, Arafat e Barack Obama. Fra le altre personalità scortate e protette da Castellani anche Papa Wojtila e i Reali d'Inghilterra, la regina Elisabetta e il consorte Filippo di Ediburgo

 

Il medesimo stile che accompagna la presentazione di Stefano Bizzotto, raffinato telecronista: “Devo confessarlo, non ho conosciuto Massimo Castellani in versione tuffatore. Mi sono avvicinato a trampolini e piattaforme quando lui aveva smesso da un po’. Ne ho sentito parlare, questo sì. Racconti ricchi di aneddoti da parte di chi è stato suo avversario in giro per l’Italia e non solo. Europei, mondiali, anche un’Olimpiade. Uno dei migliori negli anni più difficili nei tuffi italiani, quelli del “dopo Dibiasi”, del “dopo Cagnotto”. Lui, poi, si faceva vedere ogni tanto a bordo vasca. Un saluto ai vecchi amici, quattro chiacchiere e via, di nuovo al lavoro. “Sai -mi dicevano- sta in polizia. Mica uno qualunque: fa parte dei corpi speciali”. Parole pronunciate a bassa voce, quasi con pudore, da parte di chi sa di custodire un piccolo segreto da rivelare a poche persone fidate. Senza entrare nei particolari.

Me lo sono immaginato, Massimo, dormire con un occhio solo, la valigia e il telefono costantemente a portata di mano. Uno squillo in piena notte: “Preparati, si parte”. Destinazione, durata e soprattutto finalità della missione top secret. Credo che anni e anni di salti mortali e avvitamenti gli siano serviti per intraprendere questa sua “seconda vita”. Senza dimenticare la laurea, conseguita dando esami fra una gara e l’altra.

Non ho mai avuto il coraggio di chiedergli di entrare nei particolari. Sapevo solo che rischiava la pelle, e tanto bastava ad aumentare a dismisura la considerazione che avevo di lui. Oggi, leggendo il suo libro autobiografico, così ricco di riferimenti storici, posso dire di saperne di più. Non tanto e non solo su quel lavoro così particolare, quanto sul conto della persona. Ne ha viste tante, Massimo. E tante sono state le rinunce, penso solo alla sfera degli affetti. Se nella sua prima vita, quella di tuffatore, l’alternativa era vincere o perdere, nella seconda la posta in palio è drammaticamente alzata. Altro che vittoria o sconfitta; qui di parla di vivere o morire, senza uno straccio di regola codificata. E lui, purtroppo, ha visto amici e colleghi morire. “Mi sparano addosso e non c’è l’arbitro che fischia”, scrive Massimo. Parole che mettono i brividi.

Credo che a distanza di qualche anno possa voltarsi indietro e ripensare con orgoglio a quello che è stato, a quello che la vita gli ha riservato e che ancora gli sta riservando. Sì, perché il dottor Massimo Castellani oggi è un apprezzato primo dirigente della Polizia di Stato. Niente più missioni speciali, a volto rigorosamente coperto, niente più sveglie notturne e partenze per destinazioni ignote, ma la sostanza non cambia. Massimo Castellani resta un fedele servitore dello Stato, che si questi tempi non è cosa da poco, magari con un pizzico di nostalgia per quando i tuffi riempivano le sue giornate”.

MASSIMO CASTELLANI fra scemma e bizzotto

Ed ecco come Massimo Castellani, nel risvolto di copertina, sintetizza le sue vicende. “Nella famiglia di Massimo hanno tutti una fiammella, laggiù, in fondo in fondo al cuore, una fiammella che porta una giovane donna a comprarsi un paio di scarpe rosse col tacco nel bel mezzo della crisi del secondo dopoguerra o una mamma a convincere uno dei più grandi istruttori di tuffi a insegnare l'uno e mezzo al proprio figlioletto. Forse è questa luce a dare forza all'autore-protagonista nelle grandi sfide della sua straordinaria e rocambolesca vita: dalle gare di tuffi a livello olimpico alle missioni nei corpi speciali della polizia, scortando e proteggendo presidenti, giudici, papi e regine; dalle avventure tragicomiche nel deserto alle imprese nel cielo e sulle montagne. E cosa resta da fare, dopo un'esistenza così intensa? Semplicemente, innamorarsi”.

Ma la spiegazione dell’affinità fra due attività che apparentemente hanno poco in comune – l’essere tuffatore e l’essere poliziotto – la fornisce proprio Massimo Castellani che, con lucidità e chiarezza, la identifica in due qualità la concentrazione e la freddezza: “Grazie ad esse ho imparato a gestire le emozioni, gli imprevisti, la prontezza di intervenire, e a modulare l'azione. Qualità indispensabili nei tuffi e utili nella gestione dell'ordine pubblico”.

MASSIMO CASTELLANI-il libro


Il libro (sopra la copertina) è acquistabile anche su Amazon a € 13,30.

 

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