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Take your marks, con Gianluca Alberani

Intervista a coach Alberani

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Scheda tecnica: Gianluca Alberani (Faenza, 19/09/1982) è stato un delfinista di livello nazionale gareggiando per l'Imolanuoto, il C.C.Aniene, il N.C.Azzurra91 e per il FLST e Pine Crest in Florida USA.

Laureatosi alla Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Bologna con pubblicazione della tesi dal titolo "Studio della potenza nel nuotatore", ha mosso i prima passi da allenatore a Roma nel 2005 come assistente della squadra esordienti del C.C. Aniene, successivamente col trasferimento a Bologna ha iniziato a seguire la preparazione del settore giovanile e della prima squadra del Nc Azzurra91. Nel 2007 ha conseguito l’attestato di partecipazione al Corso per esperti in preparazione fisica presso la Scuola della Sport del Coni a Roma. Dalla stagione 2009/10 si è trasferito in Florida presso Davie Nadadores nel ruolo di preparatore atletico e assistant coach della prima squadra e come Camp Head Coach. Nell’Aprile 2008 è stato allenatore della nazionale giovanile del Paraguay durante la Coppa Latina 2008 tenutasi a San Marino e nel luglio 2009 è stato convocato come Coach della nazionale maggiore del Paraguay durante la XIII edizione dei Campionati del Mondo a Roma.

Attualmente lavora come capo allenatore nella sua squadra Azura Florida Aquatics a Fort Lauderdale.

 

Ciao Gianluca, ci racconti com’è nata la tua idea di andare in America per allenare?

 

Il tutto e’ cominciato nella primavera del 2004 quando ho messo piede per la prima volta negli Stati Uniti come atleta presso Fort Lauderdale Swim Team sotto Coach Jack Nelson. E’ stato un amore a prima vista con la terra a stelle e strisce, e dopo un paio di estati presso i training camp estivi mi sono trasferito definitivamente ad ottobre 2009.

  

Il mestiere di coach in Italia è così diverso da quello made in USA?

 

Alberani con la Nazionale USA di fondo a PerthL’allenatore italiano non ha niente di meno rispetto all’allenatore made in USA, anzi a livello di conoscenze tecniche posso affermare che l’Italia abbia tra i migliori tecnici al mondo; purtroppo mancano la cultura sportiva e le strutture in Italia, punti fondamentali per cui lo sport americano è in cima al mondo in quasi tutte le discipline. E’ poi una delle ragione per le quali moltissimi atleti ed allenatori stranieri decidono di trasferirsi per brevi o lunghi periodi presso strutture americane.

 

Pregi e difetti della concezione dello sport in Italia e USA

 

La concezione dello sport negli Stati Uniti e’ totalmente differente dall’Italia. Lo sport e’ parte fondamentale della cultura e del sistema scolastico americano; è molte volte il mezzo per poter permettere ai propri figli di studiare e ottenere borse di studio presso scuole ed università.

Nonostante la grandissima competitività, lo sport è vissuto con grande serenità e con il rispetto per l’avversario. C’e’ molto meno pressione mediatica e di ogni genere rispetto all’Italia, dove, ad ogni livello, se non viene fuori la prestazione al momento giusto, è  un dramma nazionale.

 

Tu lavori presso Azura Florida Aquatics, qual è lo scopo di questa squadra di nuoto composta da atleti di tutto il mondo?

 

Nei miei primi 4 anni sono stato Assistant Coach della prima squadra e responsabile di tutti i camp presso Davie Nadadores Swim Team, dove ho imparato tantissimo e sono cresciuto molto dal punto di vista professionale e umano.

A partire da Settembre 2013 ho aperto una squadra tutta mia, Azura Florida Aquatics, della quale sono capo allenatore. Già dal nome potete intuire come la voglia di dare un tocco di “italianità” ci sia, pur rimanendo con la filosofia ed organizzazione americana.

La nostra forza continua ad essere quella di ricevere atleti da ogni parte del mondo, portando culture e storie diverse. In questi pochi mesi di vita ho avuto l’onore di ospitare diverse squadre ed atleti italiani.

 

Ti sei realizzato a tutto tondo a Fort Lauderdale, ti sei anche sposato, diciamo proprio che hai trovato l’America! Cosa ti manca di più della tua Faenza?

 

Polieri-Fiordoro-Scozzoli-Casella e AlberaniSicuramente di Faenza e dell’Italia mi mancano la famiglia, gli amici e anche  la buona cucina romagnola! Da un anno però, la mia famiglia l’ho trovata qua, sposando una ragazza eccezionale, che mi da’ grandissimo supporto ogni giorno in quello che faccio.

 

In questi giorni si stanno allenando con te Felipe Lima e Fabio Scozzoli, come vedi questi due campioni in ottica Rio 2016? Sono ranisti simili o diversi? Sono accomunati dal talento o dalla grande tenacia di perseguire un obiettivo?

 

Felipe Lima e’ il nostro atleta di punta e da qualche settimana Fabio Scozzoli, rientrante dall’infortunio al ginocchio, e’ il suo nuovo compagno di allenamenti, sotto il controllo di Coach Omar Rodriguez, in un progetto che, in collaborazione con la Federazione Italiana Nuoto, può essere ripetuto in futuro e portare ad importanti traguardi per entrambi gli atleti.

A livello umano sono molto simili, entrambi umili e seri professionisti alla ricerca della cura del dettaglio costantemente. A livello tecnico Felipe e’ sicuramente più potente fisicamente, specialmente nel colpo di gambe, Fabio e’ più forte tecnicamente e nella coordinazione della nuotata. Come ho già detto loro in allenamento, a Rio dovranno condividere il podio dei 100 rana: a loro la scelta di chi salirà sul primo e chi sul secondo gradino!

 

Sei tornato da poco dall’Australia, dagli Aquatic Super Series a Perth.

 Hai rivissuto le emozioni dei Mondiali del ’98 con Rosolino, Hackett e Thorpe che magari avevi   

 visto in tv?!

 

Sono tornato da qualche settimana dagli Aquatic Super Series a Perth, in rappresentanza del Team USA di nuoto di fondo, dove gareggia il nostro fondista Joey Pedraza. E’ stata un esperienza importantissima, specialmente stando a fianco di grandi atleti e professionisti della nazionale americana. Durante le gare in piscina, dominate dall’Australia, son tornati nella mia mente i giorni in cui guardavo in tv il nuovo fenomeno Thorpe presentarsi al mondo nel gennaio ‘98 e il mio tifare il nostro Rosolino capace di conquistare una medaglia dopo i due mostri australiani…

 

Rifaresti la stessa scelta di emigrare in America per realizzare i tuoi sogni? Per compiere una scelta del genere, che ti cambia la vita, serve molto coraggio e cos’altro?

 

Sicuramente rifarei la stessa scelta fatta cinque anni fa; il coraggio non e’ mancato e non nascondo ci siano state difficoltà e ostacoli da superare durante questo percorso; ma come mi piace sempre ricordare se il desiderio e la voglia di raggiungere i propri sogni sono maggiori della paura di non farcela, è molto difficile non riuscire a realizzarli.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi agonistici?

 

La stagione sta entrando nel vivo; siamo appena tornati dal Grand Prix di Orlando, con ottimi risultati e i prossimi mesi saranno decisivi per le qualificazioni alle gare internazionali dell’estate. Obiettivi a breve termine i giochi Panpacifici in Australia, i giochi del Commonwealth in Scozia e le Olimpiadi Giovanili in Cina; con l’occhio comunque sempre fisso verso i giochi di Rio del 2016.

 

L’emozione più bella da atleta e quella da coach…

 

Da atleta ci sono state tante emozioni, non saprei decidere quale sia stata la più bella…

Da allenatore il poter fare ogni giorno quello che più mi piace è sicuramente un’emozione forte e sempre nuova!

 

Meglio rischiare e vivere tutte le esperienze positive e negative che si presentano o rimanere “sognatori immobili”?

 

Vola solo chi osa farlo! Se non ci si prova a buttare e a correre dei rischi non si potrà  mai raggiungere quello che si vuole. Il nuotatore lo sa bene, ogni giorno e’ una sfida contro se stesso e i sacrifici da fare sono tanti, ma le soddisfazioni ,una volta raggiunti i propri obiettivi, ripagano di tutti gli sforzi fatti.

“Se vuoi qualcosa, vai là fuori e prendila!”

 

 

 

GRAZIE GIANLUCA!

Grazie a voi!

 

Gianluca con la moglie Oriana Osorio Al grand Prix di Orlando di quest’anno

 

 

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