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Swimming Flume, pensieri controcorrente

A proposito di Report

Montagne partoritrici di topolini

Sport e informazione (?)

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Lungi da me pretendere d'insegnare il mestiere a Milena Gabanelli, ma la puntata di Report del 5 maggio, attesa da molti come il giorno del giudizio per lo sport dilettantistico italiano, può senz'altro essere archiviata fra le occasioni sprecate.
Si sarebbe potuto spiegare come in Italia la pratica sportiva, in assenza di qualsiasi politica di integrazione con le istituzioni scolastiche, sia stata integralmente demandata alla buona volontà di migliaia di associazioni e società sportive, che godono di agevolazioni fiscali e lavoristiche i cui benefici ricadono sui cittadini che possono svolgere attività fisica sottocosto, e poi stigmatizzarne le storture; spiegare a grandi linee come funziona il sistema sport in Italia: cos'è il CONI, cosa sono le federazioni e gli enti di promozione, cos'è il tesseramento sportivo, prima di denunciarne i malfunzionamenti.
Invece si è preferito cucinare un minestrone nel quale è finito dentro di tutto: gruppi militari, vincoli definitivi, omologazioni, rimborsi spese, no tax area, appalti pubblici, a mio parere completamente incomprensibile per chi non conosca profondamente la materia, per creare quell'effetto "è tutto un magna magna" che piacerà molto al popolo di facebook ma non offre un briciolo di contributo per comprendere e risolvere i problemi dello sport dilettantistico.
Di nuoto si è parlato meno di quanto si immaginava, offrendo unilateralmente spazio a persone accomunate dalla militanza in una cordata antifederale, ma nell'economia di una trasmissione del genere è probabilmente giusto così. Una curiosità a me però è rimasta: se la FIN distorce così pesantemente il mercato del nuoto romano, com'è possibile che un club riesca a reperire le risorse per mettere sotto contratto Magnini e Rosolino? Ma forse il cronista avrà pensato che fossero prodotti del vivaio.

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