Direttore Responsabile: Camillo Cametti

Nuoto

Intervista

Giorgio Lamberti

Intervista esclusiva. Un campione di nuoto ed esempio di successo.

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Era il 1989, campionati Europei di Bonn, Germania Ovest. Giorgio Lamberti, appena ventenne, nuotava i duecento stile libero in 1'46"69, registrando un record del mondo indelebile e intoccabile per oltre 10 anni.

Terminata la sua carriera da atleta, Giorgio si è impegnato per breve tempo in politica per poi rituffarsi nel mondo delle piscine, dedicandosi a quella che è la sua occupazione attuale: la gestione di impianti ed attività sportive.

Dal 1998 condivide vita e lavoro con la moglie, la ex liberista azzurra Tanya Vannini, con cui ha tre figli.

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Giorgio, lei è stato un campione unico e si è sempre contraddistinto per essere stato un atleta di classe, senza mai cadute di stile. Il merito è della sua famiglia, del suo carattere o solo della diversità del mondo sportivo di allora?

 

Ringrazio del complimento. Sicuramente sono stati i miei genitori a darmi la giusta educazione e ad insegnarmi il modo in cui dovevo comportarmi. Rimanere sempre nei limiti e mai fuori dalle righe è stata la mia linea, come atleta prima e come persona poi...

 

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Se Giorgio Lamberti fosse stato un campione oggi, sicuramente avrebbe avuto più fama e più notorietà. Quali sarebbero state le difficoltà e cosa invece sarebbe stato più facile?

 

Probabilmente non sarei stato un personaggio da copertina o adatto al gossip. Di certo sarebbe stato bello poter riuscire a far parlare dei risultati e delle vittorie in vasca.

Tutto sommato un nuotatore ventenne dei "miei tempi" ed un ventenne di oggi non sono poi così diversi. L'impegno di un atleta deve essere totale e totalizzante. Già allora, per rimanere al vertice, bisognava prestare attenzione ai minimi dettagli, anche se oggi sicuramente sono migliorati gli strumenti a disposizione ed esiste qualche supporto tecnico in più.

 

 

 

Lei gestisce impianti sportivi, come è cambiato il mondo delle piscine nell'ultimo trentennio?

 

Il mio lavoro è iniziato per passione dopo aver smesso di nuotare. Nel 1994 ho creato una società (Gam Team) che opera tuttora nel territorio bresciano. Rispetto al passato sono cambiate radicalmente le condizioni gestionali..

L'aumento dei costi delle utenze è ricaduto pesantemente sulle gestioni, non più sugli enti pubblici, nonostante i gestori garantiscano servizi a vocazione sociale e sportiva.

L'aumento esponenziale delle spese non ha certo aiutato la promozione di attività sportive dilettantistiche come quelle promosse dalla Federazione italiana nuoto.

La crescita del sistema "piscina", con i suoi grandi numeri, è diventata un mercato vero e proprio, creando concorrenze sfrenate e senza regole, che talvolta limitano la serenità della conduzione di un impianto.

 

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Sua moglie Tanya vive con lei famiglia e lavoro, non è per voi cosa difficile?

 

Tanya ha smesso di nuotare nel 1992. Da allora si è dedicata all'insegnamento del nuoto, prima come istruttrice e poi come allenatrice.

All'inizio lavorava a Firenze nella piscina di Borgo San Lorenzo, poi è iniziato un nuovo percorso a Brescia, mentre iniziavamo a costruire la nostra famiglia (1996).

Fa quello che ama fare e credo di poter dire che dietro al suo lavoro ci sia grande competenza, tanta passione e caparbietà. Qualità i suoi allievi le riconoscono quotidianamente.

I valori, la passione e la determinazione di quando era atleta si sono arricchiti con il ruolo di educatore e con l'esperienza di mamma. Per riuscire a crescere giovani ed adolescenti (sia che si tratti di corsi di nuoto che di agonismo) è importante fare attenzione alle necessità e alle aspettative dei giovani.

 

 

 

I suoi figli fanno nuoto ed il DNA dovrebbe solo agevolar loro le cose. Quanto è importante che i suoi figli nuotino?

 

L'approccio dei miei figli al nuoto è stato naturale, per inerzia. La nostra presenza in piscina è costante.

Per i miei figli il nuoto è stato ed è primariamente uno strumento educativo. Poi c'è l'aspetto "sicurezza": essere autonomi in acqua è indispensabile, dopotutto l'Italia è bagnata dal mare e se si vuol stare tranquilli in vacanza credo che nuotare sia indispensabile.

I miei tre figli si sono appassionati al nuoto senza alcuna forzatura. Quest'anno tutti e tre sono tesserati e gareggiano per la federnuoto: Matteo (1999) è primo anno categoria Ragazzi, Michele (2000) è secondo anno Esordienti A e Noemi (2004) è primo anno Esordienti B.

Nuotano sereni e si divertono. Vogliamo sia così per loro come per tutti i ragazzi che fanno parte del nostro club. Nuotare deve servire a trasmettere valori educativi e sociali. Vedremo se emergeranno talenti, l'ambizione c'è, ma sappiamo bene quali sono le difficoltà e quante componenti devono coincidere per riuscire ad arrivare al risultato sportivo di vertice. Prima andranno cresciuti come persone e poi come atleti.

 

NuotoE1_868.jpgGiorgio Lamberti e Paolo Barelli

 

Cosa pensa del mondo Master? Ha mai pensato di "farci" un tuffo?

 

Non ci ho mai pensato, nonostante sia stato invitato più volte. Mi tuffo volentieri in acqua, adoro nuotare ma solo per stare bene, per rivivere quelle sensazioni piacevoli sulla pelle. Il ritmo è sempre molto blando e rilassato. Non ho né curiosità né aspirazioni legate a prestazioni cronometriche, forse non ne avrei nemmeno il tempo.

La nostra società sportiva coinvolge molti appassionati: la maggior parte sono persone che provengono dai corsi di nuoto, che si sono avvicinati al settore "master" per migliorare la tecniche e provare nuove emozioni. Questa è la filosofia che abbiamo voluto impostare e proporre dall'inizio del nostro progetto. Nel nostro gruppo abbiamo anche ex atleti che sono comunque lontani dall'esasperazione del risultato. Anche i nostri allenatori che seguono i gruppi master vivono l'attività con una certa moderazione.

 

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Giorgio Lamberti e Camillo Cametti

 

Il suo ritiro dall'attività risale ormai a 19 anni fa. Non le mancano l'agonismo e l'adrenalina da gara?

 

Smettere di nuotare non è facile, è sempre frutto di riflessioni profonde sia sulle proprie condizioni fisiche, sulle ambizioni e sulle scelte di vita. Se una scelta è importante è altrettanto difficile. Lo è per un grande campione, così come per ogni atleta.

I miei problemi fisici non mi consentivano di proseguire l'attività ad alto livello e volevo che la mia avventura agonistica rimanesse solo una parentesi solo positiva. Proseguire ad ogni costo sarebbe stato angosciante e deleterio. Sono poi venute a mancare motivazioni ed ho preso la mia scelta. Sofferta, ma convinta: non me ne sono mai pentito.

Il mio passato rimane un bel ricordo ed una volta chiusa l'avventura da atleta si è aperto un capitolo nuovo.

 

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Giorgio Lamberti e Alberto Castagnetti

 

Nella sua carriera è stato guidato prima da Pietro Santi e poi dal compianto Alberto Castagnetti. Che ricordi ha di quei tempi?

 

Tutte le persone che mi hanno "guidato" dal bordo vasca hanno sempre prestato grande attenzione all'aspetto umano. All'inizio del mio percorso ricordo il Prof. Martini ed il Prof. Massussi dei corsi FIN di Brescia.

Nel passaggio all'agonismo ho conosciuto subito Pietro Santi, che in breve tempo mi ha portato alla prima convocazione nazionale: i Mondiali di Madrid (1986). Il team azzurro a quei tempi era guidato da Bubi Dennerlein. L'anno successivo passai alla Leonessa Nuoto di Brescia. Era il primo anno anche per Alberto Castagnetti che si trasferì a Brescia insieme ad un gruppo di atleti "adulti": Fabrizio Rampazzo, Marco Colombo, Leonardo Michelotti. Nello stesso anno arrivò anche Roberto Gleria, veniva dall'Australia. Il gruppo era davvero importante e grazie anche ad atlete come Cristina Sossi e Manuela Dalla Valle, Leonessa Nuoto in quegli anni era al top del nuoto azzurro.

 

 

C'è un compagno di nazionale o di allenamento con cui ha mantenuto più i rapporti o a cui è particolarmente legato?

 

Credo di aver avuto ottimi rapporti con tutti i compagni d'acqua, in particolare quelli che sono stati miei compagni di squadra. Tra i tanti ho creato un forte legame con Antonio Consiglio e Bruno Zorzan. Roberto Gleria è stato un amico ed uno straordinario compagno di allenamento. Grazie alla sua presenza quotidiana sono riuscito a stringere i denti e a raggiungere i miei risultati: allenarsi insieme era un privilegio ed un aiuto reciproco, perché si cercava la prestazione ed il risultato in maniera esasperata, ogni allenamento era un appuntamento importante. Con Roberto ho condiviso lo storico oro della 4x200 stile libero assieme a Massimo Trevisan e Stefano Battistelli (Campionati europei di Bonn 1989).

 

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Crediamo che la storia di Giorgio Lamberti sia l'emblema del successo dello sport, campione prima e dopo. Un grande talento, la capacità di costruire il risultato con meticolosità ed attenzione, quella di eccellere tenendo i piedi ben saldi a terra, ma anche la forza di girar pagina una volta arrivati in fondo, senza dover rincorrere ad ogni costo qualcosa. Giorgio è stato in grado di rinnovarsi, mettendosi in discussione ogni volta. Semplicità, modestia. Forse proprio questi sono i segreti del suo successo come persona, come atleta, come imprenditore e come padre.


Marco Del Bianco

 

Foto d'archivio in esclusiva a "Il Mondo del Nuoto" dall'archivio originale deepbluemedia.eu/G.Scala. È vietata qualsiasi forma di utilizzo se non autorizzata.

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