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30a Olimpiade - Il Bilancio della LEN

Europa: a Londra’12 meno medaglie che a Pechino’08

Tredici medaglie d’oro complessive nelle discipline acquatiche. Nel nuoto si sottolineano i successi della Francia, che ha “ignorato” i Campionati Europei.

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Fra i tanti bilanci che negli ultimi giorni abbiamo letto sulle Olimpiadi di Londra 2012 ce n’è uno, curioso, stilato dalla LEN, Lega Europea di Nuoto, che in un lungo comunicato spiega che le risultanze della 30a Olimpiade sono da considerarsi più che soddisfacenti. Gli atleti delle nazioni europee hanno vinto in tutto 39 medaglie - 13 d’oro, 15 d’argento e 11 di bronzo – sulle 138 possibili. Di esse 25 sono state vinte dai nuotatori, 3 dai nuotatori in acque aperte (l’oro dell’ungherese Eva Risztov, l’argento del  tedesco Thomas Lurz e il bronzo di Martina Grimaldi), 4 nel nuoto sincronizzato (2 ori della Russia, 1 argento e 1 bronzo della Spagna), 4 nella pallanuoto (3 in quella maschile con Croazia, Italia e Serbia nell’ordine; una in quella femminile, argento, con la Spagna), e 3 nei tuffi ( oro del russo Ilya Zakharov da 3 metri, argento dello stesso in coppia con Evgeny Kuznetsov da 3m sincronizzati, e il bronzo del britannico Tom Daley da 10 metri). A Pechino, nel 2008, i Paesi europei vinsero complessivamente 47 medaglie nelle cinque discipline: anche allora 13 d’oro ma 18 d’argento e 16 di bronzo. Dunque 8 medaglie in meno, una flessione di circa il 17 per cento.

Nory Krutchen, lussemburghese,  presidente della LEN (uscente), spiega: “Durante i Campionati Europei di Debrecen avevo pronosticato 10 medaglie d’oro per gli Europei; ne abbiamo vinte 13, dunque siamo andati bene. Certamente se guardiamo le sotto prestazioni di alcune federazioni possiamo dire che avremmo potuto fare meglio. Credo che dovremmo fare un’analisi approfondita per capire che cosa sia successo, e fare in modo di migliorarci in vista di Rio 2016”.

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Nory Krutchen, presidente della LEN

 

Poi il comunicato passa all’analisi, disciplina per disciplina. Per il nuoto si nota che delle 17 nazioni nel medagliere 8 sono europee. Complessivamente esse hanno vinto 25 medaglie (8 ori, 10 argenti e 7 bronzi). A Pechino le cifre furono simili (7, 10, 9). Si sottolinea come la Francia, con 7 medaglie (4 ori, 2 argenti e 1 bronzo) sia stata di gran lunga la miglior nazione europea. A Pechino fu la Gran Bretagna con 3 medaglie (le 2 d’oro della Adlington e una di bronzo). Si evidenzia come gli altri ori europei siano stati vinti da 3 altre (piccole) nazioni: l’Olanda (2), l’Ungheria e la Lituania (uno ciascuno). Si sottolinea pure come Germania e Italia siano tornate a casa a mani vuote e si calca la mano sul fallimento della Pellegrini, “soltanto quinta nei 200 e 400 metri stile libero). Si nota come la Germania, seconda dietro all’Ungheria (9-10-7) nel medagliere europeo a Debrecen (8-6-3), abbia dovuto subire parecchie delusioni: la più grossa rimanere senza medaglie: l’ultima volta che sia verificato un insuccesso analogo all’Olimpiade risale ad 80 anni fa. Infine si evidenzia come nelle 26 gare individuali (13 maschili e altrettante femminili) i nuotatori europei abbiano conseguito complessivamente 82 posti in finale: 36 con i maschi (fra essi Marin e Scozzoli) e 46 con le femmine (con la Pellegrini, due volte, e la Bianchi).

Nell’ampio e dettagliato comunicato, qui doverosamente riassunto, non trova posto l’ovvia considerazione che la Francia, al contrario di Germania e Italia, ha snobbato gli Europei per focalizzarsi sulla preparazione olimpica. Che sia questa la spiegazione del differente rendimento dei transalpini a Londra rispetto a germanici e italiani? Forse no o, comunque, non del tutto.

Ma l’ignorare questo fatto evidente è davvero curioso.

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